Dana il tuo 5X1000 alla coop. Pio La Torre - Libera Terra

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giovedì 20 novembre 2008

Ligabue e don Ciotti schiaffeggiano le cosche

Lotta alla mafia - Successo per il concerto al Municipale in favore della cooperativa Pio La Torre

Il messaggio del rocker correggese
«L’Italia è un paese disastrato ma voi dovete trattarlo bene»

La leggerezza delle note della chitarra di Ligabue e la profondità dei suoi messaggi diretti alla difesa di un paese come l’Italia che lui stesso definisce «disastrato, ma che voi dovete trattare bene e amare. Perché ne siete i proprietari».
E il suo messaggio è ancora più ficcante mentre sussurra le parole di «Buonanotte all’Italia» e alle sue spalle sul palco del Valli scorrono le immagini di grandi italiani. Grandissimi. Dall’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini, a Mastroianni, Anna Magnani, Alberto Sordi. E poi Enrico Berlinguer, Aldo Moro, Totò e Peppino, gli azzurri campioni del mondo in Germania e il «nostro» Stefano Baldini mentre taglia il traguardo della maratona di Atene 2004 dove vinse l’oro. Immagini e musica si mescolano in modo perfetto emozionando le duemila persone che hanno riempito platea e palchi del Municipale.
E poi ci sono quegli articoli della costituzione, scritti con il marchio inconfondibile di una Olivetti «Lettera 32», che appaiono dal buio quasi a voler ricordare a tutti che l’Italia è una «repubblica democratica fondata sul lavoro».
Per una sera gli amanti del Liga non sono solo stati cullari dagli accordi dell’artista correggese, ma hanno avuto l’occasione per poter riflettere. Non poteva essere altrimenti, considerata la finalità della serata - raccogliere fondi per sostenere la cooperativa siciliana Pio La Torre che lavora sui terreni confiscati ai boss mafiosi - e gli ospiti che a metà concerto sono saliti sul palco.
«Grazie, perché tu Luciano metti in circolo l’amore». Don Luigi Ciotti, presidente di Libera e simbolo della lotta contro tutte le mafie, ha voluto così ringraziare il «Liga» per il suo impegno nella raccolta fondi da destinare alle cooperative siciliane. Ma il messaggio del fondatore di Libera è andato oltre, attaccando il mondo politico italiano.
«Sei venuto a piantare un ulivo per dare un segno ai mafiosi che i diritti e la legalità vincono - dice il religioso rivolgendosi a Ligabue - ma dobbiamo ricordarci che la mafia in queste paese non morirà mai se non cambia il mondo di fare politica».
Nell’intervallo del concerto, insieme a don Ciotti, sul palco i sindaci di Reggio e Correggio, il presidedente di Legacoop Ildo Cigarini e il presidente della Cooperativa Pio La Torre, Salvatore Gibiino.
«Per noi - ha detto Delrio rivolgendosi ai ragazzi della cooperativa - siete i nuovi partigiani della libertà. La nuova lotta ora è contro le mafie, il loro futuro è il nostro futuro».
Marzio Iotti, sindaco di Correggio, ha invece ricordato che «questi giovani, all’inizio, sono stati messi nelle condizioni ideali per fallire: avevano la terra ma nessun mezzo per lavorarla. La mafia non è un fatto loro, ma un fatto di tutti noi».
Ildo Cigarini ha invece sottolineato che senza il sostegno delle cooperative reggiane i risultati non sarebbero stati possibili ed ha invitato a proseguire in quello che, acquistando il biglietto per il concerto, in tanti hanno già fatto: la solidarietà.
Poi è la volta di Salvatore Gibiino: «Vorrei essere come un sommelier, farvi sentire, assaporare i prodotti della nostra terra. Combattere vuole dire stare là, riscattare quella terra. Una speranza è possibile».
Il concerto di Ligabue, che domenica sera era già stato sul palco dell’Asioli di Correggio, ha regalato anche attimi particolarmente toccanti: dalla dedica al figlio, al pensiero al padre scomparso dopo una malattia. Accanto a un Liga «interiore», anche un aspetto ironico e spiritoso, condito pure da un pizzico di satira politica: «Il presidente degli Stati Uniti ha 47 anni. Il nostro capo del governo, no».

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